Thyrrenian Link e moratorie: alcune domande ai candidati Todde e Truzzu

In un post del 30 gennaio, l’On. Todde, candidata alla Presidenza per il c.d. Campo Largo, ha esternato alcune affermazioni che avrebbero meritato richieste di approfondimento. Ciò non è accaduto nelle varie interviste susseguitesi finora e poichè la campagna elettorale volge al termine è indispensabile che queste domande trovino una risposta.

Il primo interrogativo riguarda il Thyrrenian Link, cavo sottomarino predisposto da Terna (società che gestisce la rete di trasmissione dell’energia elettrica in Italia) che collegherà Sardegna, Sicilia e penisola italiana. A tale opera è stata fornita base normativa con l’art. 2 del Dpcm Draghi del 29 marzo 2022 (provvedimento che, come da lei affermato, attua misure a cui la stessa Todde aveva lavorato e che aveva ottenuto il via libera dal suo Ministero: Fatto Quotidiano, 5 aprile 2022). Dopo essersi lamentata dell’utilizzo di tale argomento come “pezza giustificativa” per “accuse in malafede”, sostiene la candidata pentastellata: “Il Thyrrenian Link serve per poter completare l’anello dei collegamenti elettrici nazionali, rafforzare la sicurezza elettrica sarda e rendere possibile il phase out delle centrali a carbone”; aggiungendo: “qualunque esperto di energia lo potrà confermare”.

Per ottenere tale conferma, difficilmente si potrebbe interpellare un esperto più attendibile di colui che di questo progetto si è occupato direttamente; ossia Giacomo Donnini, al tempo direttore Sviluppo e Progetti Speciali di Terna; il quale, in un’intervista al Corriere della Sera del 25 agosto 2021 – si badi bene, antecedente al Dpcm Draghi: per cui, chi stava al Governo non poteva dire di non sapere – afferma testualmente: “la produzione dal sole e dal vento non è programmabile e il collegamento permetterà di sfruttare l’energia green laddove è prodotta principalmente, cioè nelle isole, e di trasportarla alla penisola, dove è maggiormente consumata”.

Donnini fornisce conferma, pertanto, sulla fondatezza dei timori dei comitati, i quali paventano che il Thyrrenian Link sia mirato, in realtà, a consentire la produzione in Sardegna per esportarla altrove. Quello che potrebbe diventare il nostro oro, pertanto, verrà prodotto da noi – con penalizzazione per il paesaggio e sottrazione alla nostra economia – a beneficio di altri. Come accadde col petrolio in Medio Oriente.

E se mai residuassero dei dubbi, lo stesso Donnini fornisce in merito preoccupanti conferme in occasione di una successiva intervista rilasciata il 20 settembre 2021 a Barbara Corrao per Firstonline.info. Afferma Donnini: “La presenza crescente delle fonti rinnovabili rende necessario trasferire l’energia in tutte le direzioni, da dove viene prodotta a dove viene consumata. In Italia si tratta prevalentemente di facilitare la trasmissione da Sud, dove si concentra la risorsa primaria – sole e vento – a Nord dove è maggiore la popolazione e l’attività industriale. Ma dobbiamo pensare questo fenomeno in una dimensione europea. La Germania, per esempio, sta realizzando dei corridoi dal Mare del Nord dove è la maggiore disponibilità di eolico verso la Baviera. Ma non è da escludere che il solare italiano possa arrivare in Germania se là il vento dovesse mancare”.

Le parole di Donnini sono chiare e non lasciano spazio a interpretazioni: tra le funzioni del Thyrrenian Link c’è, secondo le chiare intenzioni di Terna, quella di produrre energia rinnovabile in Sardegna a beneficio di territori – che potrebbero essere addirittura stranieri! – in cui la produzione da fonti pulite sia più problematica.

Per cui, chiediamo all’On. Todde: come mai, nel post del 30 gennaio, non si fa riferimento a questa funzione del Thyrrenian Link, mentre queste dichiarazioni sembrano considerarla come una delle principali? Come mai, durante tutta la campagna elettorale, non ha mai parlato di questo provvedimento che è uno degli atti più importanti scaturiti durante il suo periodo di permanenza al Ministero dello Sviluppo Economico? Può fornirci chiarimenti in ordine alle parole di Donnini e all’assenza di queste spiegazioni nel post del 30 gennaio?

Ma non è tutto. Nel medesimo comunicato, la Todde propone, per scongiurare la speculazione eolica, “una moratoria dei progetti presentati e la presentazione della mappa delle aree idonee”. In altre parole, la sospensione dell’avanzamento di progetti presentati per l’abnorme mole di 50 gw. Sarebbe giusto; ma lo impedisce proprio una norma predisposta dal Governo Draghi, sentito il Ministro dello Sviluppo Economico di cui lei era Vice, la quale prevede: “nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione” (art. 20, comma 6, d.lgs. 199/2021).

Pertanto, la moratoria proposta dalla Todde in attesa della legge sulle aree idonee è esclusa da una norma dettata dal Governo in cui lei stessa rivestiva una posizione di spicco. E una lunga serie di aree idonee è già individuata dallo stesso decreto Draghi (art. 20, comma 8), operativa anche in assenza della legge regionale di attuazione. Per cui, sostanzialmente, i procedimenti possono proseguire anche di fronte ad una Regione inerte nell’individuazione dei siti.

Alla prevedibile ma infondata obiezione che rimandi le responsabilità politiche all’approvazione della legge delega emanata dal Parlamento (art. 5, l. 53/2021) si può replicare fin da ora che nè la legge delega nè la Direttiva 2001/18 imponevano al Governo la previsione del divieto di moratoria (si delegava solo la previsione della salvaguardia di iniziative già in corso purchè coerenti con i criteri di localizzazione degli impianti preesistenti).

Questo divieto di moratorie, pertanto, è interamente attribuibile politicamente al Governo Draghi; e contrastando totalmente con la ratio e le finalità della legge 53/2021, sorgono anche fondati sospetti di illegittimità costituzionale per eccesso di delega ex art. 76 Cost.

Ne consegue che una norma che potrebbe rivelarsi incostituzionale impedisce alla Regione di attivarsi per bloccare i procedimenti in corso.

Pertanto, chiediamo alla Todde: era a conoscenza del divieto di moratoria e, se sì, come mai non ne ha mai parlato? Come concilia la proposta di moratoria da lei rilanciata col divieto della stessa prevista dal Governo di cui ha fatto parte? Quali azioni ha predisposto, quando era al Governo, per evitare che tale divieto venisse imposto? Ritiene che possano esserci gli estremi per una dichiarazione di incostituzionalità del divieto per eccesso di delega? Ritiene che la Regione possa, in qualche modo superare questo divieto e, se sì, in che modo?

A ciò si aggiunga che il Governo Meloni ha ulteriormente semplificato le procedure relative a questi procedimenti. Il centrodestra, che chiede nuovamente fiducia, a livello nazionale ha operato contro gli interessi della Sardegna e a livello locale è rimasto inerte. La Meloni probabilmente sarà in Sardegna la settimana prossima. Le verranno poste queste domande? Cosa intende fare il candidato Truzzu per opporsi alle scelte del “governo amico”? Cosa pensa Truzzu degli ultimi provvedimenti del Governo in materia di rinnovabili? Chiederà a Giorgia Meloni di abrogare la norma che impedisce le moratorie? Se sì, secondo quali tempistiche?

Manca poco più di una settimana alla chiusura della campagna elettorale. È essenziale che queste domande ricevano una risposta prima che i sardi esprimano il proprio voto.

Antonio Piras

Link dell’intervista al Correre.it

https://www.corriere.it/economia/aziende/le-storie/21_agosto_25/tyrrhenian-link-l-elettrodotto-record-l-energia-verde-9e80f352-0566-11ec-a855-aa98be4fea91.shtml

Link dell’intervista a Firstonline.info

https://www.firstonline.info/terna-donnini-sotto-il-mare-la-nuova-frontiera-degli-elettrodotti/

Link dell’articolo del Fatto Quotidiano sul dpcm 29 marzo 2022

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/05/sardegna-firmato-il-decreto-per-la-transizione-energetica-dellisola-grazie-al-gas-liquido-ma-i-tempi-sono-lunghi-e-solinas-annuncia-ricorsi/6548441/