Eolico davanti a Saccargia: responsabilità politiche del Governo Draghi e alcune domande alla Presidente Todde

La sentenza della IV Sezione del Consiglio di Stato, pubblicata in data 8 aprile 2024 ed avente ad oggetto la vicenda del parco eolico Nulvi-Ploaghe, costituisce – se ancora ce ne fosse bisogno – la prova del nove circa il fatto che gli allarmi sollevati dagli organi di stampa con riferimento alle pale eoliche nello scenario di Saccargia siano il frutto di scelte inequivocabili e pienamente consapevoli del Governo Draghi; il quale ha anteposto altri interessi, di cui si dirà a breve, rispetto a quello paesaggistico riguardante le aree in commento.

Di quell’Esecutivo, la nuova Presidente della Regione Todde ha fatto parte con l’importante ruolo di Vice Ministro con delega all’Energia. Sarebbe interessante, pertanto, capire se ha condiviso/condivide ancora/non condivide più e perché quella posizione politica. Poichè all’origine di questa situazione imbarazzante (per chi faceva parte di quel Governo e ora dovrebbe contrastare quelle scelte) sta proprio il preciso indirizzo politico di quell’Esecutivo. A certificarlo, senza possibilità di smentita, non sono forze di opposizione politica o quegli elettori che il senatore Licheri ha osato definire “cretini o in malafede”, ma il supremo organo di giustizia amministrativa.

Dunque, ogni maldestro tentativo – già in atto – di scaricare su altri le responsabilità va a cozzare contro le indiscutibili parole riportate nella pronuncia della IV Sezione.

Procediamo con ordine.

La società ERG Wind Sardegna s.r.l., nel 2018, aveva presentato al Ministero dell’Ambiente istanza per l’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale riferita al progetto di potenziamento del Parco eolico Nulvi – Ploaghe. Nelle intenzioni di tale società, le attuali 51 pale eoliche, di altezza pari a 76 metri, sarebbero dovute essere sostituite da 27 pale di altezza pari a ben 180 metri. Più del doppio. Un impatto abnorme.

Al parere favorevole (4 ottobre 2019) della Commissione di verifica dell’impatto ambientale, aveva fatto seguito quello negativo del Ministero della Cultura (28 febbraio 2020), secondo cui, pur non ricadendo direttamente su aree tutelate, le nuove pale avrebbero inciso negativamente su valori caratterizzanti il paesaggio in quanto “di dimensioni sproporzionate rispetto alle alture del contesto di localizzazione” nonché per il fatto che “nel bacino visivo di 9 km dal progetto si collocavano beni vincolati tra sui la S.S. Trinità di Saccargia, l’area della Scala di Giocca e la terrazza di San Pietro di Silki”; a tal fine, si richiamava anche la delibera della Giunta Regionale sarda del 7 agosto 2015, tenendo conto della quale l’area di progetto si sarebbe dovuta considerare come non idonea.

La società ERG impugnava il parere del Ministero della Cultura con argomentazioni bocciate sia dal TAR in primo grado che, in sede di appello, dal Consiglio di Stato.

Il contrasto di pareri tra il Ministero della Cultura e quello dell’Ambiente veniva, così rimesso – come necessario in questi casi – alla valutazione collegiale del Consiglio dei Ministri, riunitosi a tal fine il 31 maggio 2021. Il Consiglio dei Ministri decideva la questione con delibera del 10 marzo 2022: pertanto, ai tempi del Governo Draghi saldamente in carica.

Rileva il Consiglio di Stato: “il Consiglio dei Ministri, nella comparazione degli interessi coinvolti, individuati da un lato nella tutela paesaggistica e dall’altro nello sviluppo della produzione di energia da fonte rinnovabile, nonché nella valenza imprenditoriale ed economica dell’opera in argomento, considerava prevalente l’interesse all’incremento delle fonti di energia rinnovabili e alla realizzazione dell’opera di cui trattasi”.

In altre parole: la tutela paesaggistica (riguardante Saccargia, San Pietro ecc.) soccombe rispetto agli interessi legati alla produzione da eolico.

A conferma di ciò, nel comunicato stampa del 10 marzo 2022, si mise in rilievo come il Consiglio dei Ministri avesse “sbloccato la realizzazione di ben sei parchi eolici [in tutta Italia] assicurando una potenza di 418 MW”.

La Regione Sardegna, ovviamente, ha impugnato tale delibera e il TAR sardo, accogliendo il ricorso, l’ha annullata nel 2022. Ma, in sede di appello, la Regione nulla ha potuto davanti alla decisione del Consiglio di Stato.

Le motivazioni del supremo organo di giustizia amministrativa chiariscono espressamente le ragioni di questa pronuncia: da ricercarsi, essenzialmente, nel ben preciso indirizzo politico adottato dal Governo Draghi.

In generale, in caso di conflitti nell’ambito del Governo – in questo caso tra il Ministero dell’Ambiente e quello della Cultura – spetta, infatti, “a una deliberazione collegiale del Consiglio dei Ministri, organo competente a determinare i principi essenziali dell’indirizzo politico e amministrativo (…) di esprimere in maniera unitaria quella che è la sintesi degli interessi coinvolti”.

Il TAR Sardegna ha esercitato – errando, secondo il Consiglio di Stato – il sindacato giurisdizionale su un atto di alta amministrazione con cui il Consiglio dei Ministri effettua una valutazione “di tipo globale e sintetico”, scegliendo “la soluzione ritenuta maggiormente coerente con l’indirizzo politico amministrativo generale, assicurando in tal modo l’unità dell’azione di governo”.

Si tratta, in questi casi, di “decidere quali siano le priorità dell’azione di governo, stabilendo il criterio ordinativo degli interessi pubblici necessario ad assicurare l’unitarietà dell’azione di governo”.

In altre parole: in caso di conflitti tra le posizioni di due ministeri (in questo caso, Ambiente e Cultura) il Consiglio dei Ministri sceglie quello maggiormente aderente all’indirizzo politico generale del Governo.

Nel caso di specie, il Consiglio dei Ministri ha ritenuto soccombente l’interesse paesaggistico a favore di quello da produzione eolica, motivando questa scelta:

– col minor numero delle pale rispetto all’impianto originario, nonostante l’altezza superiore al doppio rispetto a quelle preesistenti;

– col fatto che un impianto esisteva già;

– col fatto che non si tratterebbe di un’area tutelata;

– con la necessità di rispettare la normativa europea. Argomentazione, peraltro, sorprendente dato che l’Unione Europea – giusto per proporre un esempio – non richiede certo di piazzare le pale davanti a Saccargia piuttosto che in un’area industriale dismessa ma prevede semplicemente obiettivi di produzione lasciando agli Stati il compito di decidere (sulla base dei propri ordinamenti interni) dove consentire l’installazione degli impianti.

In sintesi, secondo il Consiglio di Stato, il pregiudizio al paesaggio è stato ritenuto, dal Governo Draghi, di minor rilevanza rispetto all’obiettivo primario “della politica energetica nazionale” e “alla valenza imprenditoriale ed economica dell’opera in argomento”.

È questo il punto cruciale: qui sono in gioco la politica energetica nazionale nonché interessi imprenditoriali ed economici. E, davanti a una posta in gioco così rilevante, possono soccombere i paesaggi sardi, Saccargia, la scala di Giocca, le colline dell’Anglona e quant’altro.

Detto in parole povere: tutto bello, ma le priorità sono altre. E non si decidono in Sardegna.

È rilevante, a questo proposito, come alla lamentata violazione, da parte della Regione, delle prerogative ad essa attribuite dallo Statuto Sardo, il Consiglio di Stato consideri il motivo inammissibile in quanto non sussisterebbero precedenti giurisprudenziali né parametri normativi in grado di “mettere in discussione la competenza statale esclusiva in materia ambientale”. Specialmente “in caso di VIA statale”.

Alla luce di tutte queste argomentazioni, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Regione dando, sostanzialmente, via libera all’ampliamento del parco di Nulvi-Ploaghe col raddoppio dell’altezza delle pale.

Questa decisione, in definitiva, fa emergere prepotentemente la preponderanza statale nelle decisioni sul caso di specie e di altri analoghi; ma, soprattutto, l’inequivocabile, chiarissima e intenzionale linea politica del Governo Draghi che, di fronte a obiettivi di politica energetica nazionale e alla “valenza imprenditoriale ed economica dell’opera” ha chiaramente preferito vedere piegate le ragioni della Sardegna legate alla tutela paesaggistica nonché di beni storico-culturali di grande rilevanza, riconosciuti non solo in ambito locale ma anche, come si è visto, dal Ministero della Cultura.

Diventa naturale, pertanto, porgere alla Presidente Todde – la quale, pur non partecipando al Consiglio dei Ministri, faceva parte di quell’Esecutivo le seguenti domande: era a conoscenza della delibera del 10 marzo 2022? Era a conoscenza della divergenza di opinioni tra i due Ministeri? Quale opinione può esprimere in merito? Che posizione ha assunto in quel momento? Ha condiviso quella chiara linea politica che ha volutamente portato a soccombere l’interesse paesaggistico della Sardegna rispetto agli obiettivi nazionali di politica energetica e alla valenza economica e imprenditoriale del progetto? Ha assunto, in quel momento, qualche iniziativa per contrastare quella linea politica? Se sì, quale? È in grado di negare che il Governo Draghi ha assunto decisioni contrastanti con l’interesse della Sardegna? Ritiene che l’interesse paesaggistico debba veramente soccombere rispetto a quello di produzione da eolico? Se no, come mai ha avallato la linea politica opposta ai tempi di Draghi?

In attesa di queste risposte, attendiamo che giunga, finalmente, l’ora dell’approvazione della moratoria, della quale si era parlato nel precedente articolo; in quell’occasione si è detto delle ragioni per le quali si tratterebbe di un provvedimento meramente di facciata, anche qui per via di quanto previsto dal Decreto Draghi (quello che secondo qualcuno “non esiste”); magari con l’obiettivo politico di scaricare le responsabilità sul Governo attualmente in carica, il quale si troverebbe pressochè costretto a sollevare il conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale.

In ogni caso, le ragioni che hanno condotto la Sardegna a divenire oggetto di un tentativo di speculazione energetica senza precedenti stanno emergendo, giorno dopo giorno, con sempre maggiore evidenza.

Antonio Piras

Articolo La Nuova Sardegna 8 aprile 2024

Pale eoliche accanto alla basilica di Saccargia: il Consiglio di Stato respinge il ricorso della Regione, via libera al progetto La Nuova Sardegna

Comunicato stampa 10 marzo 2022

Consiglio dei Ministri – Comunicato stampa del 10 marzo 2022 – Infoparlamento