L’Unione Sarda riporta alcuni virgolettati tratti dalle prime dichiarazioni della nuova Presidente della Regione. Meritano un approfondimento.
Afferma Alessandra Todde: “innanzitutto, la prima cosa da fare è mettere mano all’organizzazione della Regione”; e aggiunge: “abbiamo una legge vecchia del 1977 che blinda il sistema in 12 assessorati-silos, a compartimenti stagni, va cambiata prima ancora della nascita della Giunta”.
Non è chiaro se quest’ultima affermazione vada presa sul serio. Trattandosi delle prime dichiarazioni ufficiali dopo le elezioni, ci si aspetterebbe di sì; ma, se così fosse, la Todde sarebbe incorsa in errore. Non è attuabile la modifica della legge sull’organizzazione amministrativa della Regione prima della nascita della Giunta.
La legge costituzionale n.2/2001 prevede, infatti, che entro dieci giorni dalla proclamazione, il Presidente eletto nomini i componenti la Giunta. L’articolo 18 dello Statuto prevede, invece, che il nuovo Consiglio si riunisca entro venti giorni dalla proclamazione degli eletti su convocazione del Presidente della Regione in carica.
In altre parole, quando il Consiglio si riunirà, la Giunta sarà già formata.
Poiché spetterebbe al Consiglio modificare la legge n. 1/1977 di cui la nuova Presidente auspica la riforma, non si comprende come ciò possa accadere anteriormente alla nascita dell’esecutivo, che verrà presentato proprio in occasione della prima seduta della XVII legislatura. Pertanto, tale affermazione non è attuabile con le tempistiche descritte dalla Todde.
Seconda, ben più importante, affermazione della Presidente, sempre riportata dal quotidiano cagliaritano, è quella che auspica “una moratoria che sostenga la transizione energetica e permetta di lavorare sulla mappa delle aree idonee per le rinnovabili”.
Anche in questo caso, le affermazioni rilasciate alla stampa contrastano col dato normativo. L’ormai famoso “decreto Draghi”, emanato – come indica il preambolo – di concerto col Ministro dello Sviluppo Economico nel quale, al tempo, la Todde occupava il ruolo di Vice, prevede infatti che “nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione” (articolo 20, comma 6, d.lgs. 199/2021).
Detto in altri termini: la moratoria proposta dalla Todde è impedita proprio dalla norma apprestata dal Governo Draghi, in cui lei rivestiva un ruolo di spicco. A questo punto, sarebbe interessante se la Presidente chiarisse le modalità con cui intende procedere. Poichè, infatti, la moratoria è inibita da una norma statale, è evidente che l’approvazione di una disposizione regionale contrasterebbe con la prima. Ne conseguirebbe, con tutta probabilità, un ricorso del Presidente del Consiglio dei Ministri contro la norma sarda per chiamare la Consulta a decidere sul conflitto di attribuzioni tra Stato e Regione; tuttavia, in questo caso, la Presidente della Regione dovrebbe resistere in giudizio davanti alla Corte Costituzionale contro una norma emanata dal suo stesso Governo di concerto col Ministero in cui lei occupava la casella di Vice. Si tratterebbe di una posizione non poco imbarazzante: qualora prevalesse, significherebbe dover ammettere di aver consentito l’approvazione di una norma statale dannosa per la Sardegna; qualora soccombesse, dovrebbe ugualmente ammettere che la norma approvata dal suo Governo mette la Sardegna con le spalle al muro, almeno in attesa della legge di individuazione delle aree idonee.
PS. In un altro articolo dell’Unione Sarda di ieri, il titolo afferma: “Todde e la moratoria sull’eolico, il ministro Pichetto: «Dobbiamo trovare una mediazione»”. Apparendo quasi come una risposta alle parole della Todde, lascerebbe intendere che la mediazione possa essere trovata sulla moratoria. In realtà, scorrendo il testo, si trova il virgolettato delle parole del Ministro, il quale dichiara: “la Sardegna è la Regione che nella Conferenza delle Regioni ha il coordinamento per fare le controproposte sulle aree idonee per gli impianti rinnovabili. Io sono disponibile a tutti i tipi di confronti. Dobbiamo trovare una mediazione”. La realtà, pertanto, è che il Ministro ha aperto a una mediazione sull’individuazione delle aree idonee e non certo alla moratoria che come detto, in attesa della legge, è impedita dalla norma citata.
Antonio Piras
Di seguito, i link delle fonti.
Conferenza Stampa di Alessandra Todde:
Dichiarazioni del Ministro Pichetto Fratin: