Nella mattinata dell’undici marzo, la Nuova Sardegna apriva la propria edizione on-line con un titolo a nove colonne, destinato a fare scalpore e procurare clickbaiting: “nessuna irregolarità nelle spese elettorali di Alessandra Todde, la Corte dei Conti dice il contrario rispetto al Collegio di Garanzia”. Testuale. Il contenuto dell’articolo rincarava la dose: “Un verdetto positivo (…) che, di fatto, va in netta opposizione rispetto a quello emesso il 3 gennaio dal Collegio di garanzia elettorale, che aveva invece evidenziato irregolarità nella rendicontazione da parte della presidente Alessandra Todde: sulla base di quel provvedimento lo stesso Collegio aveva espresso richiesta di decadenza della governatrice”.
Si tratta di uno svarione che ha del clamoroso: infatti, la Corte dei Conti non ha in alcun modo contraddetto il Collegio di Garanzia (la cui pronuncia abbiamo esaminato in precedenti articoli), per il semplice motivo che non si è occupata della rendicontazione della Todde, non essendole conferita dalla legge competenza in materia.
Prima di diffondere una notizia in maniera tanto sviante – e di incorrere in una simile gaffe – sarebbe stato opportuno leggere quantomeno le prime pagine del provvedimento; il quale afferma, a pagina 5, che “la normativa di riferimento opera una netta separazione dell’obbligo di rendicontazione della formazione politica da quello del singolo candidato e attribuisce i rispettivi controlli a due organi distinti. La verifica dei rendiconti presentati dai singoli candidati è, infatti, demandata al Collegio regionale di garanzia elettorale, istituito presso la Corte d’Appello del capoluogo di regione secondo quanto disposto dalla L.R. n. 1/1994”.
La norma richiamata dalla Corte dei Conti è l’art. 5: il comma 1 fa riferimento alle violazioni commesse dai singoli candidati, e attribuisce la relativa competenza al Collegio di Garanzia istituito presso la Corte d’Appello (ossia, quello che ha rilevato le presunte irregolarità della Todde e ne ha richiesto la decadenza); il comma 2, invece, disciplina le violazioni commesse da partiti, movimenti o raggruppamenti di candidati, incaricando dell’accertamento l’apposito Collegio istituito presso la Corte dei Conti (che ha emanato il provvedimento di cui si è dato conto oggi).
In altre parole: il Collegio istituito presso la Corte dei Conti si occupa dei rendiconti dei partiti; il Collegio di garanzia istituito presso la Corte d’Appello si occupa dei rendiconti dei singoli candidati.
Pertanto, il provvedimento odierno (Corte dei Conti), che ha considerato regolare il rendiconto del M5S non interferisce in alcun modo con quello (Collegio presso la Corte d’Appello) che ha pronunciato la decadenza di Alessandra Todde a gennaio. Si tratta di verifiche su vicende differenti tra loro: una riguarda il partito, l’altra riguarda la singola candidata; la prima non ha fatto emergere irregolarità, la seconda sì.
L’assenza di violazioni in capo al partito non comporta la medesima conclusione per la singola candidata.
Sarebbe stato sufficiente un esame anche minimo della parte iniziale del provvedimento o dell’art. 5, l. 1/1994, per evitare di incorrere in un errore tanto marchiano. È stata solo superficialità?
Eppure, nel giro di poche ore, la notizia – apparentemente clamorosa – ha fatto il giro del web: il Fatto Quotidiano si è affrettato a rilanciare prima le dichiarazioni del deputato Alfonso Colucci, secondo cui “è l’autorevole conferma dell’assoluta legittimità e trasparenza del nostro lavoro”; nonché quelle dei capigruppo Ricciardi e Patuanelli, i quali dichiaravano che “non c’è stata alcuna azione poco chiara della governatrice Alessandra Todde. Mesi e mesi di campagna mediatica per darci, come al solito, degli scappati di casa per poi scoprire che stiamo parlando del nulla”. Ancora più surreali le dichiarazioni del M5S Sardegna riportate da Cagliari Today: “il comitato elettorale e il M5S hanno operato in maniera legittima e trasparente per quanto riguarda la rendicontazione di Alessandra Todde”.
In realtà, si possono tracciare le seguenti considerazioni:
– il provvedimento odierno della Corte dei Conti non contraddice in alcun modo quello del Collegio di Garanzia del 3 gennaio riguardante il rendiconto della Todde: i due organi, come abbiamo già visto, operano in ambiti diversi e non interferiscono l’uno con l’altro;
– la correttezza del rendiconto del M5S nulla ha a che vedere con le problematiche riscontrate sul rendiconto della Todde, alla quale vengono contestate violazioni da accertare in separata sede, da parte di organi differenti, le quali potranno essere confermate senza che minimamente rilevi quanto osservato dalla Corte dei Conti sulle spese elettorali dei Cinque Stelle;
– esiste un notevole problema di formazione dell’opinione pubblica, e quindi di corretto svolgimento dei processi democratici, se con leggerezza tanto disarmante viene pubblicata sull’apertura di importanti testate una notizia completamente travisata; con l’effetto di ingenerare grave confusione nella cittadinanza, indotta erroneamente a credere che quanto affermato da un organo autorevole come il Collegio di Garanzia fosse del tutto ingiustificato e smentito da altra accreditata istituzione;
– esiste un rilevante problema politico se i capigruppo in Parlamento del partito che sostiene la Presidente della Regione utilizzano un provvedimento che si occupa d’altro per affermare che “stiamo parlando del nulla”. Ci sono due sole possibilità: o non hanno compreso bene ciò che è accaduto; oppure stanno distorcendo volutamente i fatti. Entrambe le opzioni sono inquietanti, considerando che non parliamo di persone comuni che discutono al bar ma di parlamentari che approvano le leggi.
Si può in definitiva affermare, senza timore di smentita, che il procedimento che riguarda le presunte violazioni della Todde proseguirà normalmente il suo iter; è fissata per il 20 marzo, davanti al Tribunale di Cagliari, la prima udienza per l’esame del ricorso presentato dai legali della Presidente contro il provvedimento del Collegio di Garanzia.
Resta da osservare che coloro i quali – anche a seguito delle precisazioni che si stanno susseguendo col passare delle ore – continueranno ad utilizzare il provvedimento della Corte dei Conti per provare a smentire e sminuire quanto rilevato dal Collegio di Garanzia, andranno necessariamente considerati in malafede.
PS. La Corte Costituzionale, nella stessa giornata, ha dichiarato incostituzionale la moratoria-Todde, di cui ci siamo occupati ripetutamente negli scorsi mesi Si tornerà sulla questione: meglio affrontare un disastro alla volta.
Antonio Piras
L’articolo della Nuova Sardegna
L’articolo del Fatto Quotidiano
L’articolo di Cagliari Today
Decadenza Todde, la Corte dei Conti: “Nessuna irregolarità sulle spese elettorali del M5s”